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Salute e ambiente, una protezione per il cuore dagli scarti della melagrana

L’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBE-CNR) e dall’Università di Pisa hanno realizzato di recente uno studio che li ha condotti ad una grande scoperta in merito al frutto della melagrana, già da tempo noto per le sue proprietà salutari

La ricerca dimostra che l’estratto di bucce e semi di tale frutto, completamente solubile in acqua e ottenuto mediante una tecnica innovativa, verde, efficiente e scalabile fino a capacità produttive industriali, offrirebbe un’importante protezione cardiovascolare dall’ipertensione, sia acuta che cronica. 

Nello studio la somministrazione è stata effettuata in via sperimentale e per via orale su ratti spontaneamente ipertesi. “Dopo la somministrazione orale, i risultati hanno dimostrato una buona bioaccessibilità intestinale e la capacità di contrastare efficacemente l’incremento della pressione. In aggiunta a questo, la somministrazione dell’estratto di melagrana ha dimostrato importanti effetti a livello cardiaco. Questi riscontri suggeriscono la possibilità di sviluppare meccanismi diversi e a più ampio spettro, rispetto alla protezione cardiovascolare”, ha affermato Lara Testai dell’Università di Pisa.

La scoperta ha suscitato da subito grande interesse nella comunità scientifica ed è stata pubblicata sulla rivista Nutrients, in quanto non solo aprirebbe la strada a potenziali applicazioni mediche ma favorirebbe anche un minor impatto degli scarti del frutto sull’ambiente in ottica pienamente sostenibile. “Finora, il recupero e la valorizzazione di questi sottoprodotti sono stati ostacolati dalla mancanza di una tecnica di estrazione adeguata, in grado di restituire un prodotto completamente solubile in acqua e più sicuro per l’organismo. Infatti, la qualità e le proprietà degli estratti di prodotti naturali, tra cui i sottoprodotti della melagrana, dipendono anche dalla tecnica estrattiva. L’applicazione della cavitazione idrodinamica, già verificata con successo su sottoprodotti degli agrumi e delle filiere forestali, ha consentito di estrarre una grande quantità di bucce e semi di melagrana in sola acqua, a bassa temperatura e in pochi minuti, con un consumo energetico molto limitato, restituendo un prodotto completamente solubile”, ha sottolineato Francesco Meneguzzo, ricercatore del CNR-IBE.

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